Pubblicato in: Altro, cultura della sicurezza, valutazione dei rischi

L’euristica della puttanata

Io sono aracnofobico. Non mi fanno paura i ragni. No.
I ragni non fanno paura. Solo gli stupidi pensano che i ragni possano fare paura.
I ragni incutono terrore. Quando parlo di terrore, intendo il distillato puro della paura mischiato con ogni sensazione di pericolo per la tua esistenza e quella dei tuoi cari.
I ragni sono il nazismo applicato del regno animale. Sono il male assoluto, secondi a nessuno e primi su tutto.
Questo per essere chiari.
E ringrazio di possedere questo dono che mi permette di vedere la realtà per quella che è e compatire tutti quelli che si tengono i ragni negli angoli delle stanze «perché mangiano le zanzare» (che è come se lasciassi un cobra reale libero per casa per tenere lontani i topi).

Fatta questa premessa doverosa, vi faccio una domanda: quanti di voi godono come ricci di mare appiccicati allo scoglio quando si grattano il condotto uditivo con un cottonfioc? Vi piace, eh? Dite la verità…
Potreste avere un ragno nell’orecchio.
È pieno di casi del genere (leggete qui, quo e qua solo per citarne alcuni, oltre che per ricordare i nomi dei miei tre paperi preferiti) e perfino la Amplifon ha scritto un vademecum.
Mal di testa, prurito nell’orecchio, vertigini… tutti sintomi associati alla presenza di ragni nelle orecchie. La prossima volta che ti devi grattare l’orecchio, fatti due domande. Dormi coi tappi nelle orecchie, meglio ancora: istituisci turni di guardia col tuo partner per guardare le orecchie mentre l’altro dorme. Passa il vapore almeno 3 volte a settimana nell’abitacolo della tua macchina: quello è un altro covo di piccoli ragni.

Sono solo alcuni consigli, ma in un blog dedicato all’insostenibile leggerezza del rischio ogni tanto è d’obbligo ricordare che il rischio percepito è una cosa, il rischio reale è un’altra e che attribuire un peso scarso ad un rischio rilevante può avere conseguenze insostenibili.

Questo tipo di confusione è il combinato disposto di due specifiche euristiche:

  • euristica della disponibilità: si stima la probabilità di accadimento di un evento sulla base della capacità di recupero dai cassetti della memoria di situazioni simili e dell’impatto emotivo che hanno per noi.
  • euristica della rappresentatività: se una cosa somiglia ad un’altra, ci sono buone probabilità che quella cosa SIA quell’altra.

La combo di queste due euristiche è una nuova euristica: l’euristica della puttanata.

In questi due anni e mezzo di COVID-19 si è creata una metrica del rischio basata su terapie intensive e morti. Se questi due numeri sono sotto controllo, il rischio è percepito «leggero». Buona parte del merito di avere i numeri sotto controllo, inutile ribadirlo si deve ai vaccini, quegli stessi vaccini su cui abbiamo potuto vedere all’opera gli effetti dell’euristica della puttanata all’epoca in cui sembrava saremmo morti tutti di effetti collaterali.
E non solo questi due numeri sono sotto controllo: un altro degli obiettivi tanto declamati, l’endemizzazione, sembra finalmente a portata di mano. È una buona notizia che oggi, 7 luglio 2022 ci siano oltre 86000 persone contagiate nel Paese, quando l’anno scorso erano 800 e nel 2020 meno di 200: così finalmente possiamo prendercela tutti. Finalmente si è avverata la profezia: «È solo una banale influenza».

Quando fai presente che non è come il morbillo ma che ti puoi reinfettare, anche quella è una buona cosa ed è normale: in fondo l’influenza la prendi più volte e il sistema immunitario si rafforza (euristica della rappresentatività).
Se ci fossero problemi (euristica della disponibilità):

  1. non avrebbero tolto tutte le cautele;
  2. se ne parlerebbe.

Ancora è in fase di preprint ma, se avete pazienza, vi suggerisco questo articolo. In breve, la reinfezione aggiunge rischi rispetto al caso di infezione singola. più volte la prendi, più aumentano i rischi di avere sequele. Il ragionamento è quello che avevo presentato in questo post di oltre un anno fa, riassumibile nella frase:

avete mai conosciuto un giocatore professionista di roulette russa? No, vero? Fatevi due domande.

A questo si aggiungono evidenze sempre crescenti delle conseguenze a lungo termine (cosiddetto long-covid, ne avevo parlato 6 mesi fa). Quelli che «è una semplice influenza» devono far parte di coloro i quali oggi hanno problemi di memoria, disturbi della concentrazione e «nebbia mentale», alcuni sintomi del long-covid.
Se volete saperne di più potete partire dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

Tutto merito dell’euristica della puttanata. Oggi non solo non se ne parla, ma è un problema provare a ragionarci sopra.
Tipo uno che si è addormentato mentre sta guidando la macchina e s’incazza se lo svegli.

La convinzione è che il problema è alle spalle. A prescindere che sia vero o dalla constatazione che se ti sta alle spalle può sempre mettertelo….


V.I.P.S. (Very Important Post Scriptum)
I ragni non sono animali pucciosi. Non fanno nulla per nascondere la loro natura malvagia. Sto raccogliendo le firme per far eliminare questa puntata di Peppa Pig nella quale i ragni sono rappresentati come bestie innocue, invitando i bambini a giocarci (immaginate che vostro figlio torni a casa con un ragno dopo aver visto questo cartone animato) . Un vero film dell’orrore… A vostro rischio e pericolo. Io non c’ho dormito la notte.
Dobbiamo mettere le persone in guardia da questa minaccia. Aiutami in questa campagna di civiltà e guarda in alto su questa pagina, dove c’è la mia faccia. Non chiederti perchè ci sia solo mezza faccia. Passa oltre… Guarda sotto, dove dice «Segui ottantunozerotto.it».
È lì che devi segnarti. Proprio lì.

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Manuale Sicurezza sul lavoro 2022

Eccolo qui, nella sua livrea arancione. E questi sono alcuni pareri di chi l’ha letto:

Il Signore degli Anelli della sicurezza
The New York Times

Solido e affidabile come un carter di protezione…
The Guardian

Facciamo una colletta e compriamone una copia per la Conferenza Stato-Regioni!
Anonimo, sul muro di un bagno pubblico

1841 pagine di scienza della sicurezza racchiusi in un unico volume di soli 1,413 kg (è in vendita anche in formato elettronico, se state cercando di perdere peso).

Nell’edizione di quest’anno:

  • commenti e approfondimenti sui nuovi decreti antincendio;
  • tutto quello che non avreste mai voluto sapere sulle modifiche introdotte dal Decreto fiscale (individuazione dei preposti, nuovi obblighi nell’art. 19, ecc.);
  • nuovi autori e riscrittura completa dei capitoli dedicati a CEM e ROA;
  • approfondimento sul futuro «Regolamento Macchine»
  • nuovi casi pratici (esempi ed esercizi risolti di valutazione dei rischi, misure, ecc.), tutti pieni di tanta pratica e novità.

Ovviamente nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza gli autori che ho l’onore di coordinare. Autori? Ma che dico? Demiurghi. Creatori. Artisti.
Insieme formiamo i «Cavalieri della tavola Rotella».
Eccoveli, in ordine sparso e randomico:

  • Ing. Carmelo G. Catanoso, Signore delle terre dei cantieri temporanei e mobili, territorio ostile, in continua evoluzione. Per riposarsi, si ritira nei suoi spazi confinati.
  • Ing. Ugo Fonzar, Lord Comandante di macchine e attrezzature. Suo è il Titolo III del D.Lgs. n. 81/2008, sua la provincia della Direttiva 2006/42/CE e degli ascensori.
  • Dr.ssa Aurora Brancia, Lady delle paludi delle Sostanze Pericolose. Quando non è impegnata a somministrare agenti chimici, cancerogeni e amianto ai suoi nemici, ama coltivare agenti biologici.
  • Ing. Erica Blasizza, Regina delle isole REACH e CLP. Di notte si cimenta nelle arti oscure delle certificazioni ambientali. Ma questo manuale lo ha scritto di giorno.
  • Dr.ssa Carmen Caldovino, Signora della casata dello stress lavoro-correlato, gran maestra delle arti della formazione e comunicazione.
  • Ing. Marzio Marigo, Governatore dell’arcipelago delle ATEX e di ogni acronimo. Quando si ritira sulla terraferma, lo potrete trovare in luoghi a rischio di incidente rilevante o prossimi a sorgenti di radiazioni ionizzanti.
  • Ing. Giorgio Gallo, Druido dei campi elettromagnetici, maestro di sonde e vassallo della zonizzazione. Non parla… Trasmette in UHF.
  • Ing. Mauro Serio, della storica casata delle radiazioni ionizzanti. Vive in una nuvola quantistica e, per il principio di indeterminazione di Heisenberg, o sai dov’è o a quanto va (e difficilissimo darsi appuntamenti con lui).
  • Dott. Gianluca Gambino e Dott. Alessandro Merlino, l’infallibile coppia delle ROA. Come Ciclope (quello degli X-men), usano occhiali al quarzo rubino per evitare di incenerirti con lo sguardo.
  • Ing. Paolo Mocellin, Cacciatore delle terre a rischio di incidente rilevante. Dove passa lui, si aggiornano al ribasso le statistiche di frequenza di incidenti.
  • Ing. Andrea Rotella (Io). Svolgo il compito di curatore del Manuale (se qualcuno si fa male) e ho scritto tutto quello che è avanzato dagli altri (valutazione dei rischi, rumore, gas tossici, VDT, movimentazione carichi, ecc.).

Il Manuale è in vendita QUI (shop online della casa editrice Wolters Kluwer Italia).


V.I.P.S. (Very Important Post Scriptum)
Se hai letto questo articolo, forse anche tu desideri salvare il mondo.
Questo blog contribuisce alla lotta contro il riscaldamento globale, l’impatto di meteoriti e l’infestazione del punteruolo rosso.
Se vuoi unirti a noi, guarda in alto a destra su questa pagina. Quella foto che vedi sono io.
Puoi guardarmi gratis, l’attraenza e l’incredibilismo non hanno prezzo. Ma non fermarti ad essi.
Piuttosto, guarda sotto, dove dice «Segui ottantunozerotto.it».
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D.Lgs. n. 81/2008 in formato ePub… Gratis! (Ver. 2.01, Agenti biologici)

Non fai in tempo a dire «Uff… Mo’ basta modifiche al D.Lgs. n. 81/2008» che ti sostituiscono tra capo e collo non uno… Non due… Ben tre allegati del Testo unico: XLIV, XLVI e XLVII (Allegati 44, 46 e 47, come dite voi in Italia… Io invece vivo a Roma e da queste parti, tra amici, si parla in latino e siamo nel MMXXII d.C.)

Comunque è tutta roba di agenti biologici e si vede che l’ha scritta uno di queste parti perché è tutta scritta in dialetto romano:

  • Corynebacterium minutissimum,
  • Leptospira interrogans,
  • Peptostreptococcus anaerobius

    e così via.

Ce ne sono certi che hanno dei nomi che ti verrebbe voglia di infettarti per poi vantarti con gli amici al bar (ovviamente se sopravvivi) perché c’hai avuto il Nocardia otitidiscaviarum, mentre gli altri stanno ancora alle prese col coronavirus (che ormai ce l’hanno avuto tutti e non conta).

Ovviamente, ogni occasione è buona per aggiornare l’e-book contenente il testo completo del D.Lgs. n. 81/2008 in formato ePub, aggiornato con queste ultime modifiche e tutte quelle che le hanno precedute. Tutto gratis. E con la copertina gialla.

Lo potete scaricare da qui (collegamento a Onedrive) o da qui (collegamento a Mega). La copertina è sempre molto gialla. Come piace a voi.

Ad ogni modo, come detto, è gratis e non dovete registrarvi da nessuna parte, potrete averlo sempre con voi, leggerlo direttamente dal vostro smartphone (è più comodo da consultare di un pdf), sfogliarlo nel vostro tempo libero, mostrarlo agli amici.

Il file pesa circa 20 MB e c’è la copertina gialla. Una volta che avrete scaricato il file, se avete un iPhone (o iPad), potete aprirlo con l’applicazione Libri. Sui terminali Android dovete avere un lettore di ePub (es. Moon+ reader, eReader Prestigio ecc.)

Alcune istruzioni per facilitarne l’uso.

  1. attraverso l’indice dell’ePub potete navigare direttamente tra i Titoli e gli allegati del Decreto (vedi screenshot più sotto);
  2. all’inizio di ogni Titolo avete l’elenco degli articoli. “Tappando” col dito su quello che vi interessa, sarete inviati al testo corrispondente (vedi screenshot più sotto);
  3. Gli apici nel testo rimandano alle note relative ai provvedimenti di modifica subiti dal Decreto;
  4. Le sanzioni, ove presenti, sono indicate in azzurro (vedi screenshot) immediatamente sotto il testo della norma;
  5. Usando i menu di navigazione in intestazione o piè di pagina, potete andare dove vi pare, ingrandire o ridurre i caratteri, fare ricerche testuali, inserire segnalibri.

Qualche altra noticina:

  1. il file è aggiornato con tutte le modifiche, proprio tutte, ma tutte, tutte, intervenute fino ad oggi (fa fede la data del post e c’è un capitolo Note che specifica quali modifiche sono state apportate alla versione);
  2. appena lo aprite, potrebbe impiegare qualche secondo per caricarsi. Abbiate pazienza, sarete ricompensati…
  3. saltando tra le note e le sanzioni, in uno specifico ordine che conosco solo io e che riproduce la disposizione sequenziale dei nucleotidi del mio DNA, potete accedere a tutte le modifiche future del D.Lgs. n. 81/2008, fino al 2029;
  4. saltare tra le note, i rinvii degli articoli, gli allegati crea dipendenza… Se vi rendete conto che state passando le ore sul Testo unico, fatevi un giro su Pornhub o leggetevi i commenti ad un articolo del Fatto Quotidiano.

Se avete problemi con il download o, meglio ancora, se volete darmi suggerimenti, o ci sono specifiche richieste per migliorare l’eBook, scrivete un commento a questo post.


V.I.P.S. (Very Important Post Scriptum)
Se la cosa ti interessasse, puoi ricevere una notifica via mail quando pubblicherò nuovi articoli (guarda in alto a destra, sotto la mia foto. Per quanto irresistibile, ignora la foto e guarda sotto, dove dice «Segui ottantunozerotto.it»).

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Non è il momento per contagiarsi.

In questo post del 25 marzo facevo presente che i vaccini sono una risposta necessaria ma non sufficiente ad una domanda molto complessa che richiede un’attenta analisi della combinazione “rischio collettivo-rischio individuale”.

In termini di rischio collettivo lo abbiamo visto e, per quelli che non l’hanno visto, informo che stanno aprendo dei reparti di psicoftalmologia nei quali operano medici oculisti e psichiatri: i vaccini sono il modo migliore, rapido e più indolore per separare la pula (il rivestimento) dal grano. In passato, i contadini lanciavano semplicemente in aria il grano per permettere all’aria di staccare la pula dal chicco. Ovvio che qualcosa restava. Ovvio che dopo si doveva comunque intervenire con altri sistemi sui chicchi per i quali questo primo metodo non aveva funzionato. Ma l’80% del processo di rimozione della pula si faceva semplicemente lanciando in aria il grano. E il risultato lo vedevi ad occhio nudo. E al momento ci va bene così se manterremo questi livelli di copertura vaccinale e se i vaccini manterranno una buona efficacia.

In termini di rischio individuale le cose sono un po’ meno visibili. Tu non sai quanto il vaccino (quel vaccino), somministrato con quelle tempistiche (proprio quelle), su di te (proprio tu) sia stato efficace. Sai che – in media – ti protegge in certe percentuali dal contagio (a seconda della variante e del vaccino tra il 70 e il 95%) e te lo fai andare bene perché è più di zero e gli effetti collaterali sono statisticamente accettabili. Vaccinarsi anche a livello di rischio individuale è la scelta corretta. 

Ma a livello individuale, date le potenziali conseguenze, le percentuali residue di rischio di contagio sono accettabili?

No.

Ed è un “no” che tiene conto non solo del rischio di finire in terapia intensiva o di morire ma anche di altre conseguenze che ancora non hanno fatto vedere il loro potenziale di danno, ma che lo esprimeranno sul medio termine, persino con effetti rilevanti sul Sistema Sanitario Nazionale. 

Gli effetti del cosiddetto “lungo Covid” riguardano tra il 2,5 e il 30% (giusto per dire quanto ne sappiamo) dei soggetti che si ammalano. Certamente se sei vaccinato hai, innanzitutto, una probabilità inferiore di contagiarti e, successivamente, una probabilità inferiore di ammalarti. Ma le probabilità di effetti a lungo termine dalla malattia sono non nulle anche per i vaccinati e, inoltre, nei confronti della variante Omicron non ci sono ancora stati i tempi materiali per verificare se e quali siano gli effetti a lungo termine. 

E parliamo di qualcosa che ha conseguenze rilevanti anche su un giovane: difficoltà cognitive, riduzione delle capacità di attenzione, memoria, parlato, affaticamento, difficoltà respiratorie. In questo articolo su Nature si riporta come il 60% dei pazienti di una clinica di riabilitazione di New York ha dovuto cambiare lavoro o smettere di lavorare a causa del lungo Covid. 

E finiamola con questa fesseria immonda e da psicopatici che la Covid-19 sia un problema da anziani e che è meglio se ci contagiamo tutti, a partire dai bambini. Certamente dobbiamo andare nella direzione dell’endemia, ma deve trattarsi di un’endemia benigna e non è ancora questo il momento per contagiarsi.

Dobbiamo, al contrario, mantenere alto il nostro livello di paranoia nei confronti del contagio. E la misura più formidabile che abbiamo per proteggerci dal contagio sono i nostri comportamenti sociali e la protezione delle vie respiratorie. 

In questo studio del Max Planck Institute si afferma che, se non sei vaccinato, 3 m di distanza non sono sufficienti per proteggersi dal contagio e che in meno di 5 minuti hai la quasi certezza di ammalarti se ti trovi di fronte ad un soggetto contagioso. 

Tutti noi – anche se vaccinati – dovremmo paranoicamente considerarci come se non lo fossimo. Il vaccino è una cintura di sicurezza: nessuno guida bendato perché indossa la cintura di sicurezza. E come abbiamo scoperto, sia il passare del tempo, sia le caratteristiche individuali, sia le varianti possono ridurre notevolmente l’efficacia del vaccino. 

La buona notizia, come scrivevo nel mio articolo di marzo, è che le mascherine se ne sbattono del passare del tempo, delle caratteristiche individuali e delle varianti. Non proprio, ma in buona misura sì. 

Come affermato nello studio citato prima, se due persone indossano una FFP2 la probabilità che, se uno dei due è infetto, contagi l’altro è di circa l’uno per mille di contagio dopo 20 minuti di esposizione. Se la indossano male, la probabilità sale al 4%. 

Le mascherine chirurgiche fanno anche loro la loro porca figura, con una probabilità di trasmissione ridotta al 10% in un tempo di esposizione di 20 minuti.

Senza entrare nei dettagli dello studio, faccio presente che esso è stato condotto nelle ipotesi più conservative, per cui nel mondo reale le protezioni offerte risultano presumibilmente ancora maggiori. 

Come suggerivo nel precedente post: «non perdiamo di vista i fondamentali»


C’è un sacco di gente che crede ai complotti. Ma tanti complottano nella loro bolla: i terrapiattisti non si interessano delle ragioni dei rettiliani, quelli del protocollo di Sion non ascoltano quelli che l’uomo non è mai andato sulla luna e via dicendo.
Così si disperdono inutilmente energie.
Vorrei unire tutte queste diversità di opinioni in un unico, grande complotto in cui tutti possano riconoscersi.
Per questo sto costruendo un database di complotti e poi usando un algoritmo genererò il complotto perfetto.
Ma ho bisogno del tuo aiuto.
Sei convinto che la croce di Gesù fosse un’antenna 5G? Scrivimi.
Hai visto la principessa Diana al Carrefour di Tor Bella Monaca che spingeva un carrello della spesa? Scrivimi.
Pensi che Brad Pitt sia stato ucciso da Draghi e io sia il suo clone messo lì apposta per fare la seconda parte di Fight Club? Scrivimi.
A questo proposito: guarda in alto a destra su questa pagina. Quello sono io, non Brad Pitt (anche se siamo uguali sputati, io sono quello che farà Fight Club 2)… Guarda sotto, dove dice «Segui ottantunozerotto.it».
È lì che devi segnarti. Proprio lì. Verrai aggiornato su tutti i nuovi complotti e tutte le volte che pubblicherò un post su questo blog.

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D.Lgs. n. 81/2008 in formato ePub… Gratis! (Ver. 2.00, le modifiche del Decreto fiscale)

La vera novità non sono le modifiche introdotte dal Decreto fiscale (D.L. n. 146/2021) e dalla sua legge di conversione (L. n. 215/2021).
Chi se ne frega di:

  • poteri dell’Ispettorato del lavoro;
  • sospensione dell’attività imprenditoriale;
  • obbligo di nomina dei preposti;
  • obbligo di formazione dei datori di lavoro;
  • obbligo di lockdown per i non vaccinati… Ah no, non è tra le novità della norma… però a pensarci…

No, la vera novità è la nuova veste grafica dell’e-book che potete scaricare da qui (collegamento a Onedrive) o da qui (collegamento a Mega), contenente il testo completo del D.Lgs. n. 81/2008 in formato ePub, aggiornato con queste ultime modifiche e tutte quelle che le hanno precedute. Tutto gratis. E con la copertina gialla.

Giustamente vi starete chiedendo: «Ma come fa a mettere a disposizione dell’umanità GRATIS una simile opera di ingegno e impegno quando enormi case farmaceutiche si fanno PAGARE per darci dei vaccini per un virus che non esiste*?» (vedi nota in fondo al post).

Che devo dirvi? Da quando sono entrato nel traffico di feti umani abortiti, c’è stato un boom di richieste grazie a nuove sinergie con le case farmaceutiche che li usano per fare i vaccini** (vedi nota in fondo al post).
Anche il filetto di cucciolo di delfino servito come entrée per il cenone della vigilia di Natale rende bene… Ma è chiaramente una fonte di reddito legata ad un periodo limitato dell’anno. Ma se c’è gente convinta che vogliono ucciderci tutti con i vaccini, non dovrebbe essere difficile far credere che ogni primo martedì del mese è Natale e c’è da organizzare un cenone. Mò ci penso e vi dico…

Ad ogni modo, come detto, è gratis e non dovete registrarvi da nessuna parte, potrete averlo sempre con voi, leggerlo direttamente dal vostro smartphone (è più comodo da consultare di un pdf), sfogliarlo nel vostro tempo libero, mostrarlo agli amici.

Il file pesa circa 20 MB. Una volta che avrete scaricato il file, se avete un iPhone (o iPad), potete aprirlo con l’applicazione iBooks. Sui terminali Android dovete avere un lettore di ePub (es. Moon+ reader, eReader Prestigio ecc.)

Alcune istruzioni per facilitarne l’uso.

  1. attraverso l’indice dell’ePub potete navigare direttamente tra i Titoli e gli allegati del Decreto (vedi screenshot più sotto);
  2. all’inizio di ogni Titolo avete l’elenco degli articoli. “Tappando” col dito su quello che vi interessa, sarete inviati al testo corrispondente (vedi screenshot più sotto);
  3. Gli apici nel testo rimandano alle note relative ai provvedimenti di modifica subiti dal Decreto;
  4. Le sanzioni, ove presenti, sono indicate in azzurro (vedi screenshot) immediatamente sotto il testo della norma;
  5. Usando i menu di navigazione in intestazione o piè di pagina, potete andare dove vi pare, ingrandire o ridurre i caratteri, fare ricerche testuali, inserire segnalibri.

Qualche altra noticina:

  1. il file è aggiornato con tutte le modifiche, proprio tutte, ma tutte, tutte, intervenute fino ad oggi (fa fede la data del post e c’è un capitolo Note che specifica quali modifiche sono state apportate alla versione);
  2. appena lo aprite, potrebbe impiegare qualche secondo per caricarsi. Abbiate pazienza, sarete ricompensati…
  3. saltando tra le note e le sanzioni, in uno specifico ordine che conosco solo io e che riproduce la disposizione sequenziale dei nucleotidi del mio DNA, potete accedere a tutte le modifiche future del D.Lgs. n. 81/2008, fino al 2029;
  4. saltare tra le note, i rinvii degli articoli, gli allegati crea dipendenza… Se vi rendete conto che state passando le ore sul Testo unico, fatevi un giro su Pornhub o leggetevi i commenti ad un articolo del Fatto Quotidiano.

Se avete problemi con il download o, meglio ancora, se volete darmi suggerimenti, o ci sono specifiche richieste per migliorare l’eBook, scrivete un commento a questo post.

*È stato più facile convincere mio figlio di 5 anni che Babbo Natale non esiste che non fargli credere che esistano i novax.
** Non so chi l’abbia tirata fuori per primo questa storia, ma siete FANTASTICI! Adesso però, fate i bravi e prendete la medicina…


V.I.P.S. (Very Important Post Scriptum)
Se la cosa ti interessasse, puoi ricevere una notifica via mail quando pubblicherò nuovi articoli (guarda in alto a destra, sotto la mia foto. Per quanto irresistibile, ignora la foto e guarda sotto, dove dice «Segui ottantunozerotto.it»).

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Manuale Sicurezza sul Lavoro 2021

Eccolo!

In realtà è in vendita da metà giugno, ma ho aspettato quasi un mese per scrivere questo post perché era in corso lo studio di fase 3 per verificare la sua efficacia contro la variante delta.
E, pensa un po’… il Manuale ha passato tutti i test e l’Unione europea lo considera equipollente al Green pass per cui, portandoti agevolmente dietro una copia del manuale, puoi viaggiare senza vincoli.

E le sorprese non finiscono qui.

È notizia di tre giorni fa che la Federazione Omeopati di Avezzano (fondata nel 1762 quando Hahnemann, che all’epoca aveva 7 anni, fu mandato dai genitori in una colonia estiva abruzzese) ha riconosciuto l’efficacia del Manuale Sicurezza sul Lavoro con una diluizione 30CH ovvero pari a 10-60 del prodotto iniziale.
Anche leggendolo in dosi omeopatiche, impari qualcosa…

L’anno scorso Bojan Đorđić, un negazionista sloveno che andava in giro sputando a i passanti, dopo aver letto il manuale ha vaccinato pure i pesci del suo acquario ed è entrato nel Guinness dei primati per essersi fatto la vaccinazione eterologa con un frullato di tutti i vaccini disponibili e di quelli sperimentali. Doppia dose.
Il suo corpo è stato dichiarato dall’OMS ambiente sterile.

La versione 2021 del Manuale è cambiata dentro e fuori.
Partiamo dal fuori. Questi i numeri:

  • 1745 pagine. 101 in più rispetto alla versione 2020.
  • 1,325 kg di peso. 95 g in più rispetto alla versione 2020… meno di 1 g a pagina (compreso l’inchiostro su entrambe le facce).
  • Copertina elegante, grigia e bordeaux. Sta bene su tutto.

Dentro il Manuale 2021:

  • nuovi “casi pratici“, ovvero esempi applicativi di valutazioni del rischio, stime di esposizioni a rumore, vibrazioni, classificazioni ATEX, ecc. Accogliamo, tra l’altro, un nuovo autore, l’Ing. Giorgio Gallo (vedi sotto) che ha redatto esempi di stima dell’esposizione a campi elettromagnetici;
  • un nuovo capitolo interamente dedicato alla Pandemia COVID-19 scritto a 4 mani da me e Aurora Brancia. Le mani erano tutte mie (sono quadrumane, come un bonobo). Lei ha usato un programma di dettatura;
  • un capitolo sulle radiazioni ionizzanti interamente riscritto e triplicato in dimensioni. E anche qui abbiamo una new entry: l’Ing. Mauro Serio (vedi sotto)
  • un nuovo capitolo dedicato alla sicurezza stradale;
  • altre varie ed eventuali (aggiornamento dei file di approfondimento online, giurisprudenza, tanto amore…).

Ovviamente nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza gli autori che ho l’onore di coordinare. Autori? Ma che dico? Demiurghi. Creatori. Artisti.
Insieme formiamo i «Cavalieri della tavola Rotella».
Eccoveli, in ordine sparso e randomico, ma iniziando dai nuovi ingressi (ci tengo a precisare che le procedure di ammissione sono più faticose e impegnative dell’addestramento nei Navy Seal):

  • Ing. Giorgio Gallo, Druido dei campi elettromagnetici, maestro di sonde e vassallo della zonizzazione. Non parla… Trasmette in UHF;
  • Ing. Mauro Serio, della storica casata delle radiazioni ionizzanti. Vive in una nuvola quantistica e, per il principio di indeterminazione di Heisenberg, o sai dov’è o a quanto va (e difficilissimo darsi appuntamenti con lui);
  • Ing. Carmelo G. Catanoso, Signore delle terre dei cantieri temporanei e mobili, territorio ostile, in continua evoluzione. Per riposarsi, si ritira nei suoi spazi confinati;
  • Ing. Ugo Fonzar, Lord Comandante di macchine e attrezzature. Suo è il Titolo III del D.Lgs. n. 81/2008, sua la provincia della Direttiva 2006/42/CE e degli ascensori;
  • Dr.ssa Aurora Brancia, Lady delle paludi delle Sostanze Pericolose. Quando non è impegnata a somministrare agenti chimici, cancerogeni e amianto ai suoi nemici, ama coltivare agenti biologici;
  • Ing. Erica Blasizza, Regina delle isole REACH e CLP. Di notte si cimenta nelle arti oscure delle certificazioni ambientali. Ma questo manuale lo ha scritto di giorno.
  • Dr.ssa Carmen Caldovino, Signora della casata dello stress lavoro-correlato, gran maestra delle arti della formazione e comunicazione;
  • Ing. Marzio Marigo, Governatore dell’arcipelago delle ATEX, CEM, ROA e di ogni acronimo. Quando si ritira sulla terraferma, lo potrete trovare in luoghi a rischio di incidente rilevante o prossimi a sorgenti di radiazioni ionizzanti.
  • Ing. Andrea Rotella (Io). Svolgo il compito di curatore del Manuale (se qualcuno si fa male) e raccolgo gli avanzi degli altri (valutazione dei rischi, rumore, gas tossici, VDT, movimentazione carichi, ecc.).

Il Manuale è in vendita QUI (shop online della casa editrice Wolters Kluver Italia).


V.I.P.S. (Very Important Post Scriptum)
Se hai letto questo articolo, forse anche tu desideri salvare il mondo.
Questo blog contribuisce alla lotta contro il riscaldamento globale, l’impatto di meteoriti e l’infestazione del punteruolo rosso.
Se vuoi unirti a noi, guarda in alto a destra su questa pagina. Quella foto che vedi sono io.
Puoi guardarmi gratis, l’attraenza e l’incredibilismo non hanno prezzo. Ma non fermarti ad essi.
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D.Lgs. n. 81/2008 in formato ePub… Gratis! (Ver.1.09, modifiche al Titolo IX)

Se anche voi come me, dopo una cena a casa a base di pesce, lasciate decomporre gli avanzi per estrarne la trimetilammina, da ora avete anche un fantastico TLV-STEL da non superare per evitare di vomitare mentre lo fate. E non è poco…

Infatti, il D.M. 18 maggio 2021 ha recepito un nuovo elenco di VLE che sostituisce l’Allegato XXXVIII del D.Lgs. n. 81/2008 e, in particolare, sono state aggiunti questi agenti chimici:

  • Acetato di isobutile
  • Acetato di nbutile
  • Acetato di sec-butile
  • Alcool isoamilico
  • Anilina
  • Clorometano
  • Trimetilammina
  • 2- fenilpropano (cumene)
  • 4-amminotoluene
  • Tricloruro di fosforile

La maggior parte di voi penserà che è più facile che nella vita dobbiate ricucire un torto usando un filo di cammello fatto passare dalla cruna di un ago trovato in un pagliaio che non incontrare uno di questi agenti chimici. E invece è roba che tutti hanno in casa (non è vero, ma devo pur ottenere un po’ di interesse…) e che deve essere tenuta fuori dalla portata dei bambini (astenersi genitori che continuano a parlare del figlio adolescente come «Oooohhh, il mio bambino…!»).

Comunque sia, potete scaricare da qui (collegamento a Onedrive) o da qui il testo completo del D.Lgs. n. 81/2008 in formato ePub, aggiornato con queste ultime modifiche e tutte quelle che le hanno precedute.

È gratis e non dovete registrarvi da nessuna parte, potrete averlo sempre con voi, leggerlo direttamente dal vostro smartphone (è più comodo da consultare di un pdf), sfogliarlo nel vostro tempo libero, mostrarlo agli amici.

Il file pesa circa 20 MB. Scaricando direttamente da smartphone, vi si aprirà la pagina del servizio Onedrive. Guardate in alto a sinistra e cliccate sulla freccetta rivolta verso il basso per far partire il download.

Una volta che avrete scaricato il file, se avete un iPhone (o iPad), potete aprirlo con l’applicazione iBooks. Sui terminali Android dovete avere un lettore di ePub (es. Moon+ reader, eReader Prestigio ecc.)

N.B. Se sul vostro iPhone è già presente la precedente versione, cancellatela. Altrimenti continuerete a visualizzare quella.

Alcune istruzioni per facilitarne l’uso.

  1. attraverso l’indice dell’ePub potete navigare direttamente tra i Titoli e gli allegati del Decreto (vedi screenshot più sotto);
  2. all’inizio di ogni Titolo avete l’elenco degli articoli. “Tappando” col dito su quello che vi interessa, sarete inviati al testo corrispondente (vedi screenshot più sotto);
  3. Le note sono indicate da un apposito simbolo (vedi screenshot). Tappando su di esso si aprono le indicazioni relative ai provvedimenti di modifica subiti dal Decreto;
  4. Le sanzioni, ove presenti, sono indicate da un apposito simbolo (vedi screenshot). Tappandovi sopra col dito vi apparirà l’entità della sanzione;
  5. Usando i menu di navigazioni in intestazione o piè di pagina (vedi screenshot più sotto), potete andare dove vi pare, ingrandire o ridurre i caratteri, fare ricerche testuali, inserire segnalibri.

Qualche altra noticina:

  1. il file è aggiornato con tutte le modifiche, proprio tutte, ma tutte, tutte, intervenute fino ad oggi (fa fede la data del post e c’è un capitolo Note che specifica quali modifiche sono state apportate alla versione);
  2. appena lo aprite, potrebbe impiegare qualche secondo per caricarsi. Abbiate pazienza, sarete ricompensati…
  3. saltando tra le note e le sanzioni, in uno specifico ordine che conosco solo io e che riproduce la disposizione sequenziale dei nucleotidi del mio DNA, potete accedere a tutte le modifiche future del D.Lgs. n. 81/2008, fino al 2029;
  4. saltare tra le note, i rinvii degli articoli, gli allegati crea dipendenza… Se vi rendete conto che state passando le ore sul Testo unico, fatevi un giro su Pornhub o leggetevi i commenti ad un articolo del Fatto Quotidiano.

Se avete problemi con il download o, meglio ancora, se volete darmi suggerimenti, o ci sono specifiche richieste per migliorare l’eBook, scrivete un commento a questo post.


V.I.P.S. (Very Important Post Scriptum)
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Pubblicato in: cultura della sicurezza, miti della sicurezza, valutazione dei rischi

Non perdiamo di vista i fondamentali

(Il presente contributo è un addendum all’articolo: «COVID-19 e principio di precauzione» pubblicato sul portale Teknoring.com e alle considerazioni fatte durante il webinar dello scorso 17 maggio sul principio di precauzione).

Come affermato nel precedente articolo, il principio di precauzione (PP) dovrebbe essere applicato essenzialmente nel dominio dei danni sistemici non reversibili (l’eventuale non linearità del danno rispetto alle cause che possono generarlo è una “semplice” aggravante ma di per sé non costituisce una condizione necessaria ai fini dell’applicazione del PP).

Per quanto il senso di quanto appena affermato sia alquanto intuitivo, esso può essere ancor meglio e più rigorosamente compreso considerando le implicazioni ultime del cosiddetto «Teorema della rovina del giocatore». È un vecchio problema, tanto che una delle sue prime formulazioni è attribuita a Pascal ovvero alle origini della teoria delle probabilità, ma quella che a noi più interessa è la conclusione generalizzata che ne traggono prima Bernoulli e poi De Finetti: in sostanza anche in caso di gioco equo (nel quale cioè due giocatori hanno le medesime probabilità di vittoria) se uno dei due è infinitamente ricco l’altro è inevitabilmente destinato alla rovina.

Scelte individuali e propensione al rischio

Fate questo esperimento mentale: provate a giocare a testa o croce contro un banco con illimitate risorse economiche. Il gioco è equo, entrambe le parti hanno il 50% di probabilità di vincita (se esce testa ricevete un euro dal banco, se esce croce date un euro al banco) e sul lungo termine la frequenza delle volte in cui è uscita testa e delle volte in cui è uscita croce finirà con l’equivalersi. In teoria nessuno dei due vince o perde. In teoria e sul lungo termine. Ma prima di arrivare al lungo termine accadranno cose: prima o poi una serie sfortunata di lanci svuoterà il vostro portafoglio impedendovi di fare un’ulteriore puntata, buttandovi fuori dal gioco.

E questo è quello che accade esponendosi ripetutamente a rischi nei quali uno dei possibili esiti è la rovina. Per essere chiari: la parola chiave è ripetutamente. A differenza del gioco della moneta, spesso le probabilità di rovina nel mondo reale non sono note ma, per quanto basse siano, all’aumentare del numero di esposizioni, la rovina diventa una certezza. Se ti lanci ogni tanto col paracadute è una cosa. Se ti lanci molto spesso col paracadute è un’altra: con l’aumentare del numero dei lanci la probabilità che prima o poi le cose non vadano per il verso giusto tende a 1. Mentre il banco (ovvero il numero di lanci che si possono fare da un aereo) ha risorse pressoché infinite (a parte il tempo materiale per lanciarsi da un aereo), per te il gioco finisce al primo errore.

Quando si tratta di scelte individuali con ricadute sull’individuo stesso, entro certi limiti questo tipo di esposizioni è tollerato dalla società e attiene alla sfera della propensione del rischio. È vero, nella vita reale quasi mai è il singolo individuo a subirne esclusivamente le conseguenze: la famiglia, gli amici più stretti, colleghi di lavoro, i clienti possono trovarsi a pagarne una quota parte. È un problema, lo si cerca di controllare con le leggi o con norme sociali, ma è tollerato anche perché – in molti casi – i benefici del successo possono ricadere sulla società nel suo complesso. 

In sostanza, il giocatore si assume il rischio di rovina mentre la società si avvantaggia dai benefici.

Rischi per la collettività

Se si escludono i martiri (categoria moralmente apprezzabile ma numericamente scarsa), è necessario riconoscere che l’aliquota di rischio per la nostra vita che siamo disposti a correre per gli altri è piuttosto limitata e decresce esponenzialmente con l’aumentare della distanza affettiva tra l’individuo e “gli altri”: se mia moglie o mio figlio me lo chiedessero, risponderei senza incertezze che darei la vita per loro. Già mio cugino è meglio che eviti di pormi questa domanda (saluto tutti i miei cugini con affetto immutato: era per spiegare un concetto…).

Ma senza arrivare a dover sacrificarsi per gli altri, quasi nessuno accetta di mettere a rischio la propria vita senza motivo. Possiamo non comprendere le loro scelte o non condividerle, ma i singoli individui hanno le loro motivazioni (è indifferente la razionalità dietro di esse) per rischiare la propria vita.

Per chi teme gli effetti collaterali della vaccinazione contro il SARS-COV-2, i paragoni con livelli differenti di rischio di mortalità da altri fenomeni (es. da incidente stradale o per assunzione di contraccettivi) hanno poco senso. E in un’ottica di accumulo di rischi come dice il teorema della rovina del giocatore, per la verità, hanno “ragione” loro: «già faccio 300 km/giorno in auto per raggiungere la miniera di uranio nella quale lavoro, fumo regolarmente, bevo come un bidet tutti i fine settimana… Mò devo aggiungerci anche il rischio di morte per il vaccino Astrazeneca? (vedi nota)».

E, in effetti, se non fosse per il particolare della pandemia in corso, nessuno avrebbe da obiettare, così come non avevamo da obiettare sul numero di km, sul numero di sigarette, sul lavoro in miniera.

Ma il fatto che ci sia una pandemia in corso modifica drasticamente l’impatto delle scelte individuali: i problemi sorgono infatti quando non il beneficio, ma il danno può trasferirsi dalla scala individuale a quella collettiva. Questo tema sicuramente riguarda le scelte individuali dei decisori politici ma non esclusivamente.

Nel corso di questa pandemia abbiamo visto come i comportamenti individuali hanno avuto e stanno avendo una ricaduta importante sulla salute collettiva e sull’economia. 

Durante il primo lockdown la percezione del rischio da parte dei singoli si era allineata al rischio sociale (gli individui, col passare dei giorni, avevano percepito che il diffondersi dell’epidemia era una minaccia anche per loro e si era ingenerato un clima di riprova sociale per tutti quelli che non rispettavano le regole) per poi abbassarsi nuovamente con la “riapertura” e la stagione estiva: le esigenze individuali hanno prevalso sull’interesse collettivo perché i benefici derivanti dalla ritrovata libertà erano percepiti come maggiori del rischio di ammalarsi.

Il resto è storia recente.

È assolutamente prioritario interrompere questo trasferimento di rischio, con tutti i mezzi a disposizione.

Una via d’uscita

La vaccinazione è indubbiamente uno strumento al quale tutti noi guardiamo con speranza per voltare pagina e c’è di che essere ottimisti.

Ma non solo non è l’unico, quanto l’errore sarebbe proprio nel considerarlo l’unico e dimenticare alcuni presupposti.

Se l’Italia e l’Europa tutta sono in difficoltà con le forniture di vaccini, è ragionevole ipotizzare che queste difficoltà si possano riscontrare in altre parti del mondo e, nel frattempo, l’elevata diffusione della malattia aumenterebbe il rischio di insorgenza di varianti e, con esse, il rischio che una o più di esse risultino resistenti ai vaccini attualmente disponibili, resettando gli sforzi compiuti.

Se a livello Top-Down è necessario procedere con la massima celerità per vaccinare la popolazione mondiale, sappiamo che ciò non avverrà in tempi rapidi. 

Il principio di precauzione ci impone di agire con fermezza mantenendo il rischio basso con un approccio BottomUp efficace in sinergia con i vaccini e, possibilmente, anche in caso di una loro non completa efficacia. La mascherina e, più ancora, i facciali filtranti, sono misure low-tech che mantengono la loro efficacia anche in presenza di eventuali varianti e per un ampio spettro di scenari. Inoltre, nonostante siano passati oltre 12 mesi dall’inizio della pandemia, è particolarmente necessario insistere sull’adozione di modelli comportamentali corretti. Le persone – oggi come ieri – non si infettano per mera fatalità, ma perché sono esposte o si espongono a situazioni a rischio. 

Recuperiamo i fondamentali

Oggi tutti, in pubblico, indossano una mascherina ma bisognerebbe chiedersi quanti lo fanno perché la ritengono una misura fondamentale di prevenzione ed in quanti la indossino perché tutti la indossano.

La risposta può essere ricercata guardando non già al numero di mascherine indossate ma al modo con cui sono indossate ed al rispetto dei comportamenti complementari senza i quali l’efficacia del presidio risulta ridotta e insoddisfacente.

Certamente, si può essere soddisfatti della diffusione della mascherina, ma dopo un anno è indispensabile fare un salto di qualità investendo in comunicazione e controllo circa il suo uso corretto e sull’adozione sistematica di tutti i comportamenti di sicurezza basilari. 

Per quanto elementare possa sembrare questa misura, questo giudizio non deve essere confuso con la valutazione sulla sua efficacia: il distanziamento e la mascherina hanno principalmente impatto sul contenimento delle infezioni prodotte da superspreader. Anche riducendo di poco il loro impatto il risultato complessivo sarebbe gigantesco, essendo questi i driver della diffusione del contagio (l’80% delle infezioni secondarie sono prodotte dal 15% dei soggetti).

Sappiamo già oggi che anche con la vaccinazione ci vorrà comunque un certo tempo prima che la pandemia possa essere dichiarata definitivamente sconfitta: in questo lasso di tempo non possiamo essere colti nuovamente di sorpresa per ingenuità e ritrovarci a dire: «Eh, ma non era mai successo prima». Quelli che pensano che sia un atteggiamento ossessivo dovrebbero chiedersi se ci troveremmo a questo punto se fossimo stati ossessivi a gennaio 2020 (quando eravamo a conoscenza dell’esistenza di una minaccia in Cina) e durante l’estate dello stesso anno.


NOTA:
Ovviamente la fallacia del ragionamento è situata nel non considerare che il rischio di danni collaterali dell’infezione è ordini di grandezza maggiore del rischio di danni collaterali derivanti dal vaccino.

V.I.P.S. (Very Important Post Scriptum)
Se sei arrivato in fondo all’articolo è, evidentemente, perché vuoi scoprire come vincere alla roulette russa.
Organizzo appositi seminari sul tema, con apposite esercitazioni tra i partecipanti (metto a disposizione gratuitamente occhiali di protezione per proteggersi dagli schizzi di sangue: ci mancherebbe pure che si corra il rischio di prendersi qualche malattia).
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Per riceverle è semplice:guarda in alto a destra su questa pagina. Quello sono io dopo aver vinto una sfida contro il campione sovietico di roulette russa. Non chiederti perchè ci sia solo mezza faccia. Passa oltre… Guarda sotto, dove dice «Segui ottantunozerotto.it».
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Pubblicato in: cultura della sicurezza, miti della sicurezza, valutazione dei rischi

COVID-19 e il principio di precauzione

Saresti disposto a farti un giro di roulette russa in cambio di una vincita che ti cambierebbe la vita? Ovviamente il problema è se dopo la giocata ci sarà ancora una vita da cambiare e, infatti, non trovo mai nessuno disposto a giocare. Nemmeno quando chiedo: «E se giocassimo con una pistola caricata con un unico proiettile in un caricatore di 100 colpi?». A quanto pare i miei conoscenti soffrono di una certa avversione al rischio di uscire dal pool genetico, anche quando in cambio il premio potrebbe essere consistente.

Credo, in verità, che questa idiosincrasia sia piuttosto diffusa nella popolazione, tanto che giocare alla roulette russa non compare tra le prime 100 professioni più popolari del mondo del lavoro, nonostante i lauti guadagni. E questo è anche dovuto al fatto che, all’aumentare del numero di giocate, la probabilità di evento avverso tende a 1. È pertanto probabile che i bravi giocatori di roulette russa si siano estinti proprio per la loro bravura al gioco, ovvero per essere riuscita a sfangarla n volte (ma non n+1). E questo è talmente vero, lampante e ovvio anche per chi non ha un dottorato in statistica che, in genere, la stragrande maggioranza degli individui rifiuta anche di premere per una volta sola il grilletto. L’analisi costi-benefici pende invariabilmente dalla parte del costo potenziale.

Un approccio basato sul principio di precauzione

Questo è vero intrinsecamente per gli individui, ma su scala globale abbiamo dovuto sviluppare un approccio leggermente differente che abbiamo chiamato «principio di precauzione». In sostanza, in tutti quei casi in cui un elemento ha il potenziale di generare un danno che possa determinare l’estinzione, un danno ecologico irreversibile, anche se vi fosse una probabilità bassa e anche se i costi fossero elevati, il principio di precauzione impone di evitare a tutti i costi l’esposizione al rischio. Generalmente, anzi, non possiamo nemmeno dire di conoscere con esattezza le probabilità che il danno si presenti (come è invece il caso della roulette russa), ma se essa è maggiore di zero, di fronte alle possibili e gravissime conseguenze dovremo agire comunque. Di fronte alla sola possibilità di un cambiamento climatico irreversibile del pianeta, non c’è alcuna analisi costi-benefici da condurre per azzerare le emissioni di anidride carbonica perché:

  • nell’ipotesi in cui ci fossimo sbagliati, avremmo agito sostenendo costi elevati con conseguenti, possibili danni economici collaterali e benefici pressoché nulli, ma saremmo ancora qui a leggere articoli sul principio di precauzione;
  • qualora non agissimo, avremo un’economia in ottima salute ma potrebbe essere l’unica cosa sana rimasta sul pianeta.

Nonostante possa sembrare un principio di assoluto buon senso, la sua applicazione è spesso osteggiata e l’invocazione alla sua applicazione spesso fraintesa.

Partiamo da quest’ultima. L’applicazione del principio di precauzione deve essere riservata solo a situazioni rientranti nel dominio dei danni sistemici e irreversibili. Dire che non si debba procedere all’introduzione della tecnologia 5G ne è un’applicazione indebita. Si tratta di un’innovazione introdotta su larga scala di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine. È questo un problema concreto che determina una giusta preoccupazione. Per nessuna ragione possono essere sottovalutate possibili conseguenze per la salute e l’introduzione di questa tecnologia dovrebbe avvenire con cautela, osservando e dandosi tempo per osservare eventuali effetti sulla salute o sull’ambiente. Tuttavia, i campi elettromagnetici seguono leggi fisiche note. La loro interazione con sistemi complessi non è altrettanto nota con la medesima precisione, ma anche in questo caso esiste una linea di demarcazione (magari non nettissima ma c’è) tra possibili scenari e scenari impossibili. Soprattutto, le antenne si possono spegnere. In caso di necessità, dove insorgessero le prime evidenze di danni collaterali non gestibili, sarebbe possibile intervenire per contenere i danni.

La possibilità di danno nel principio di precauzione

Si noti che si mette in conto la possibilità di danno: nessuno esclude che alcuni o molti individui, ad esempio, possano essere danneggiati dal 5G. Semplicemente, questo non impedisce di procedere, in quanto il danno non sarebbe sistemico e irreversibile. Ribadisco: ciò non toglie debba avvenire con tutte le precauzioni e le tempistiche del caso. Il rischio può essere gestito. Il principio di precauzione, al contrario, non prevede alcuna gestione del rischio: l’evento deve essere scongiurato, costi quel che costi.

Coloro che, al contrario, si oppongono all’applicazione del principio di precauzione, generalmente affermano che sostenere costi immensi o rinunciare a benefici giganteschi senza avere alcuna certezza che altrimenti accadrebbe una catastrofe sia un atteggiamento paranoico.

Ricordando qual è il campo di applicazione del principio di precauzione, almeno un paio di obiezioni possono essere opposte a questo ragionamento:

  • assenza di prove non è prova di assenza: ritornando all’esempio della roulette russa, quanti deciderebbero di giocare se trovassero una pistola su un tavolo e un biglietto con su scritto: «Questa pistola è scarica. Se premi il grilletto puntandotela alla testa, la tua vita potrebbe cambiare». A parte l’uso del condizionale riferito alla futura vincita (generalmente nemmeno quelli che spingono per rinunciare all’applicazione del principio di precauzione sono in grado di darci certezze sugli effettivi benefici), quanti deciderebbero di giocare, senza avere alcuna prova della veridicità dell’affermazione: «questa pistola è scarica»?
  • Onere della prova: in questi casi, data la posta in gioco, non devo essere io a fornire la prova dell’esistenza del danno. Chi si oppone al principio di precauzione, piuttosto, lui sì che deve fornire la prova dell’assenza del danno al punto da farci rischiare un impatto sistemico e irreversibile. Se vuoi convincermi a giocare alla roulette russa, non puoi premere il grilletto puntando la pistola in alto e poi dire: «Visto? Non è successo niente…».

Covid-19 e principio di precauzione

Ovviamente quella della roulette russa è una falsa similitudine, utile a portare avanti il ragionamento ma sulla quale non si applica il principio di precauzione vero e proprio. Al contrario, una pandemia è esattamente una di quelle circostanze per le quali il principio di precauzione è stato introdotto: un approccio che consenta ai decisori di prendere la decisione giusta in condizioni di incertezza in presenza di rischi sistemici e irreversibili.

E così, non posso condividere l’altrettanto falsa similitudine dello tsunami, più volte citata da decisori e dai loro consulenti scientifici per spiegare come mai fossimo stati travolti dalla diffusione del contagio in modo così devastante esattamente un anno fa. In caso di terremoto di magnitudo almeno pari al 7° grado della scala Richter nel Pacifico, dopo mezzora parte un allarme rivolto a tutte le aree raggiungibili da uno tsunami entro 3 ore e si attivano le procedure per l’evacuazione. Il punto è che l’allerta parte ancor prima che ci siano le prove di uno tsunami, sulla base del principio che l’assenza di prove non è prova di assenza, e intervenire solo quando si abbia la certezza del rischio potrebbe rendere l’intervento inefficace.

La consapevolezza del rischio e la tempestività di azione

La consapevolezza del rischio è fondamentale in questi casi: in altre parole, bisogna crederci e agire di conseguenza. Non a parole, ma nei fatti.

Il mondo intero ha ricevuto l’allarme di un possibile tsunami il 31 dicembre 2019. Obiettivamente i sintomi della nuova malattia potevano essere confusi con quelli di un normale decorso influenzale, ma il problema vero è non aver agito con la dovuta decisione ancor prima della diagnosi del primo caso di Codogno. Di fatto non abbiamo davvero creduto che potesse essere un problema che avrebbe potuto travolgerci con la violenza e la rapidità a cui abbiamo assistito. E infatti la definizione di “caso sospetto di COVID-19” nel nostro Paese includeva i criteri epidemiologici di qualcuno che fosse stato in Cina o fosse stato in contatto con persone provenienti dalla Cina prima che, in presenza di sintomi, fosse richiesta l’esecuzione di un test molecolare. E questo ha scoraggiato il testing su tutti i casi di polmonite di cui i medici di base avevano notizia o che giungevano in ospedale.

L’ anestesista che ha richiesto il test PCR per il giovane di Codogno lo ha fatto sotto la propria responsabilità, violando le procedure. Fino a quel momento è come se ci fossimo accontentati di fare i controlli antiterrorismo in aeroporto solo ai passeggeri musulmani, perché «tutti i terroristi sono musulmani».

E questo è esattamente il punto: in presenza di rischi di questa portata, non si fanno controlli antiterrorismo perché si sospetta che ci sia un terrorista tra i passeggeri dell’aereo, ma perché non si può escludere che ci sia un terrorista tra i passeggeri.

In presenza di rischi sistemici che possono determinare il collasso, le misure non sono mai “eccessive”

Del resto, sarebbe sembrato assurdo e ingiustificabile adottare misure eccessive e sproporzionate come testare chiunque si presentasse in ospedale con dati sintomi, piuttosto che fare controlli rigorosi alle frontiere dell’Unione europea quando ancora del virus e della pandemia si sapeva poco o nulla. Ma di fronte a rischi sistemici che possono determinare il collasso e di cui si sa poco o nulla, le misure non sono mai “eccessive”, quanto piuttosto proporzionate ad una minaccia sconosciuta: l’analisi costi-benefici non può essere applicata e nessuno dovrebbe mai criticare le decisioni prese se conformi al principio di precauzione. Se difatti non accadesse nulla, il rischio è che qualcuno possa affermare che l’intervento è stato inutile, costui confondendo l’effetto (l’assenza di danno) con la causa (le misure adottate). Le misure non sono inutili perché non è successo nulla. Piuttosto non è successo nulla perché le misure erano utili.

Fase 2, mascherine e trasmissione aerogena del virus

Ulteriori considerazioni possono essere fatte per non aver promosso con la necessaria forza all’inizio della Fase 2 l’impiego delle mascherine e di non stare considerando con la dovuta precauzione l’effetto della trasmissione aerogena (aerosol e droplet nuclei), costantemente ribadendo che non ci sono prove che confermino l’utilità delle mascherine o che la trasmissione da aerosol possa essere una via efficace di contagio. Al solito, il punto non è cosa accadrebbe se le mascherine fossero inutili o se la trasmissione avvenisse esclusivamente tramite droplet, ma quali conseguenze avrebbe (ha avuto) non agire in queste direzioni dal punto di vista della diffusione della pandemia.

Fase 3 e varianti del virus

Al momento, il semplice allarme della presenza di varianti del virus dovrebbe imporci di rivedere l’intero sistema di difese, agendo sulle scuole e sui trasporti, in particolare, fino a quando non avremo una mappa precisa della loro diffusione, piuttosto che aspettare che la curva dei contagi salga per agire in seguito. Inoltre, nonostante, dopo un anno, l’area della nostra conoscenza del virus si sia ampliata notevolmente, la presenza stessa di queste varianti è la prova, semmai ce ne fosse bisogno, che non si possono escludere ulteriori mutazioni e che queste possono essere molto più contagiose e letali del virus che abbiamo sinora conosciuto. Né possiamo escludere che una di queste possa, addirittura, rendere inefficaci i vaccini che attualmente rappresentano la via rapida di uscita da questa pandemia.

L’imperativo rigoroso è vaccinare rapidamente tutta la popolazione prima che ulteriori varianti del virus possano rimettere in discussione quello che oggi conosciamo e affossare le speranze. Whatever it takes.


Ho scritto questo articolo, su richiesta, per il portale Teknoring (questo è l’articolo originale).
Il 17 marzo 2021 terrò un breve webinar gratuito intitolato: «Trasmissione aerea del contagio e valutazione del rischio». Se volete iscrivervi, cliccate qui.


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Pubblicato in: cultura della sicurezza

D.Lgs. n. 81/2008 in formato ePub… Gratis! (Ver.1.08, modifiche al Titolo IX)

Emmentre tutti pensano a vaccinarsi, il D.M. 11 febbraio 2021 mi ti modifica il D.Lgs. n. 81/2008 che – tra le altre cose – inserisce oli minerali di scarto e gas di scarico dei diesel tra le lavorazioni comportanti esposizione ad agenti cancerogeni (vedi i nuovi allegati XLII e XLIII).

Non che non si sapesse, solo che ora è scritto nella legge.
Cioè un conto è che ti dicano che non devi fornicare, un conto è che lo scrivano nei 10 comandamenti. Per la serie: non dire che non ti avevo avvertito.

Comunque sia, potete scaricare da qui il testo completo del D.Lgs. n. 81/2008 in formato ePub, aggiornato con queste ultime modifiche e tutte quelle che le hanno precedute.

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